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Architettura del benessere: quando gli edifici curano chi li abita

La rivoluzione silenziosa che sta trasformando il modo di progettare gli spazi

Vitruvio, nel primo secolo avanti Cristo, definì i tre requisiti fondamentali dell’architettura: firmitas, utilitas, venustas – stabilità, utilità, bellezza. Due millenni dopo, stiamo assistendo all’emergere di un quarto principio che completa questa triade classica: la salubritas, la capacità degli edifici di promuovere attivamente la salute e il benessere di chi li abita.

Non si tratta di una moda passeggera, ma di una trasformazione profonda che ridefinisce il rapporto tra architettura e corpo umano, tra spazio costruito e qualità della vita. Una rivoluzione che pone nuove sfide progettuali e richiede competenze tecniche sempre più specializzate.

L’evidenza scientifica che cambia tutto

La ricerca medica e ambientale degli ultimi vent’anni ha prodotto dati incontrovertibili: trascorriamo oltre il 90% del nostro tempo in ambienti chiusi, e la qualità di questi spazi ha un impatto diretto e misurabile sulla nostra salute fisica e mentale.

Studi condotti dall’Harvard T.H. Chan School of Public Health hanno dimostrato che un ambiente ben ventilato può aumentare del 101% le performance cognitive. Edifici progettati secondo criteri di salubrità riducono mediamente di 3,5 giorni all’anno l’assenteismo per malattia. La qualità dell’aria interna influenza non solo la salute respiratoria, ma anche concentrazione, produttività, qualità del sonno.

L’inquinamento indoor – spesso più grave di quello esterno – deriva da una molteplicità di fonti: composti organici volatili (VOC) rilasciati da materiali da costruzione e finiture, formaldeide presente in pannelli e colle, particolato fine prodotto da attività quotidiane, agenti biologici che proliferano in sistemi di ventilazione inadeguati.

Tre standard, una visione: LEED, BREEAM e WELL

La risposta del settore edilizio a questa nuova consapevolezza si è concretizzata in tre protocolli di certificazione che stanno ridefinendo i parametri della qualità architettonica.

LEED: il pioniere dell’approccio integrato

Sviluppato nel 1993 dal U.S. Green Building Council, LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) è oggi applicato in oltre 180 paesi. Il suo approccio olistico valuta l’edificio come sistema integrato, considerando energia, acqua, materiali, qualità ambientale interna, sostenibilità del sito e innovazione.

I livelli di certificazione – da Certified a Platinum – premiano soluzioni che bilanciano efficienza energetica e comfort ambientale, con particolare attenzione alla riduzione delle emissioni di CO₂ e all’utilizzo di materiali eco-compatibili.

BREEAM: flessibilità e adattamento locale

Nato nel Regno Unito nel 1990, BREEAM (Building Research Establishment Environmental Assessment Method) rappresenta il più maturo sistema di certificazione ambientale, con oltre 2,3 milioni di edifici valutati in 89 paesi.

La sua caratteristica distintiva è l’adattabilità ai diversi contesti geografici e culturali, con schemi specifici per ogni paese che tengono conto di condizioni climatiche e normative locali. Il sistema valuta nove categorie principali, dalla gestione energetica alla protezione della biodiversità, assegnando livelli da Pass a Outstanding.

WELL: la rivoluzione antropocentrica

Lanciato nel 2014 dopo sei anni di ricerca medico-scientifica, WELL Building Standard rappresenta un cambio di paradigma radicale. È il primo protocollo mondiale specificamente dedicato alla salute e al benessere degli occupanti, valutando gli edifici non per il loro impatto ambientale, ma per la loro capacità di migliorare la vita di chi li abita.

I dieci concept di WELL – aria, acqua, alimentazione, luce, movimento, comfort termico, suono, materiali, mente, comunità – affrontano ogni aspetto dell’esperienza umana negli spazi costruiti. Non basta progettare un edificio efficiente: deve essere un luogo che promuove salute fisica, equilibrio mentale, coesione sociale.

Le implicazioni progettuali

Per gli architetti, questi protocolli introducono nuove variabili nella fase progettuale, che vanno ben oltre le tradizionali considerazioni strutturali, funzionali ed estetiche.

La qualità dell’aria diventa un parametro progettuale primario. Sistemi di ventilazione meccanica controllata con ricambi di 8-12 litri/secondo per persona, filtri MERV 13 o superiori, controllo continuo dei livelli di CO₂ sotto le 800 ppm. La progettazione impiantistica acquisisce un ruolo centrale nella definizione del benessere ambientale.

La luce naturale non è più un elemento accessorio ma un requisito fondamentale: il 75% degli spazi regolarmente occupati devono avere accesso diretto alla luce solare. L’illuminazione artificiale deve supportare i ritmi circadiani, con sistemi che simulano il ciclo naturale del sole, da 2700K al mattino a 6500K a mezzogiorno.

La selezione dei materiali richiede un approccio radicalmente diverso. Ogni finitura, ogni adesivo, ogni vernice deve essere certificata per basse emissioni VOC. Pitture con emissioni inferiori a 0,5 mg/m³, mobili certificati GREENGUARD Gold senza formaldeide, eliminazione di ritardanti di fiamma tossici e sostanze interferenti endocrini.

Il comfort acustico diventa parametro misurabile: livelli di rumore sotto 45 dB nelle aree di lavoro, sotto 35 dB nelle aree di riposo, intelligibilità della parola garantita negli spazi meeting con indice STI superiore a 0,6. La progettazione acustica non può essere demandata alla fase esecutiva, ma deve essere integrata fin dalla concezione spaziale.

Il biophilic design – l’integrazione di elementi naturali negli spazi costruiti – cessa di essere una scelta stilistica per diventare una strategia scientificamente validata per ridurre lo stress e migliorare il benessere psicologico.

Il ruolo dell’analisi tecnica

Una caratteristica distintiva di questi protocolli è il rigore scientifico richiesto nella fase di verifica. Non bastano dichiarazioni di intenti o calcoli teorici: servono analisi di laboratorio che certifichino il rispetto dei parametri stabiliti.

Per LEED sono richieste misurazioni di TVOC (carbonio organico volatile totale) secondo ISO 16000-6, formaldeide secondo ISO 16000-3, particolato PM10 e PM2.5 secondo ISO 7708, monossido di carbonio mediante spettroscopia NDIR (ISO 4224), ozono secondo ISO 13964.

WELL richiede in aggiunta la determinazione del radon mediante metodica UNI ISO 11665-4, parametro particolarmente rilevante in Italia dopo l’introduzione del D.Lgs. 101/2020 che ha stabilito obblighi specifici per la misurazione del radon nei luoghi di lavoro ubicati al piano terra o in locali seminterrati.

Queste analisi non possono essere improvvisate. Richiedono laboratori accreditati, strumentazione all’avanguardia (gascromatografi, spettrometri di massa, cromatografi ionici), ma soprattutto competenza nel campionamento. Un prelievo mal eseguito può vanificare anche l’analisi più accurata, rendendo fondamentale la presenza di tecnici specializzati esclusivamente dedicati a questa attività.

Un mercato in crescita

I numeri confermano che questa non è una nicchia per idealisti. Gli investitori immobiliari riconoscono un premio di valore tra il 7% e l’11% per edifici certificati per il benessere. Le aziende sono disposte a pagare affitti più elevati per spazi che garantiscono maggior benessere ai dipendenti, consapevoli che la riduzione dell’assenteismo e l’aumento della produttività giustificano ampiamente l’investimento.

I fondi ESG privilegiano sempre più asset immobiliari che integrano criteri di salute e benessere, trasformando la salubritas da valore etico a valore economico misurabile.

Il partner tecnico necessario

In questo contesto, il rapporto tra progettazione e verifica analitica diventa cruciale. L’architetto che si cimenta con questi protocolli necessita di un partner tecnico affidabile per la parte di analisi e certificazione.

LATA – Laboratorio Analisi e Tecnologie Ambientali, attivo dal 1980 con sede a Milano, rappresenta un esempio di come competenza storica e innovazione possano integrarsi al servizio della nuova architettura del benessere.

Con accreditamento ACCREDIA (numero 0455) e un team di oltre 20 professionisti – tra cui laureati in chimica, tecnici specializzati e prelevatori qualificati – il laboratorio offre l’intera gamma di analisi richieste dai protocolli LEED, BREEAM e WELL. Dal 2010 ha seguito la certificazione di importanti aziende ed enti pubblici, sia in Italia che all’estero.

La strumentazione all’avanguardia (gascromatografi, spettrometri ICP-MS, cromatografi ionici, HPLC) garantisce precisione nelle determinazioni analitiche, mentre l’esperienza quarantennale nel settore ambientale permette di affrontare anche le situazioni più complesse con competenza e affidabilità.

Particolarmente significativo è l’approccio integrato: LATA non si limita all’esecuzione delle analisi, ma offre consulenza per la corretta pianificazione dei monitoraggi in funzione delle specificità del protocollo scelto. Ogni certificazione ha requisiti differenti in termini di numero di campionamenti, tempi di esposizione, posizionamento dei punti di prelievo. Il supporto di tecnici esperti permette di ottimizzare le attività riducendo costi e tempi senza compromettere la qualità.

L’ampiezza dell’offerta – che spazia dalle analisi ambientali tradizionali ai più recenti servizi ESG per la sostenibilità d’impresa – fa di LATA un interlocutore unico per studi di progettazione e società di consulenza che cercano un partner capace di seguire l’intero percorso dalla progettazione alla certificazione.

Verso una nuova etica progettuale

L’architettura del benessere non rappresenta un’aggiunta ai principi vitruviani, ma la loro evoluzione necessaria nel XXI secolo. Stabilità, utilità e bellezza rimangono fondamentali, ma non sufficienti. Un edificio che non promuove la salute di chi lo abita fallisce nella sua missione primaria di creare spazi al servizio dell’uomo.

Per gli architetti, questo significa acquisire nuove competenze, integrare nuove figure professionali nel processo progettuale, familiarizzare con protocolli e standard internazionali. Ma significa soprattutto riappropriarsi di una dimensione etica della professione: progettare non solo oggetti belli ed efficienti, ma luoghi che migliorano concretamente la qualità della vita.

Come scriveva Frank Lloyd Wright, “l’architettura è la vita, o almeno è la vita stessa che prende forma”. Mai questa affermazione è stata così letteralmente vera come nell’epoca degli edifici che ci fanno stare bene.


Per approfondimenti tecnici sulle certificazioni LEED, BREEAM e WELL e sulle metodologie di analisi, è disponibile una guida completa sul sito di LATA Laboratorio.