Un capolavoro del Razionalismo italiano diventa teatro per raccontare un altro capitolo fondamentale dell’architettura del Novecento. L’Asilo Garbagnati di Cermenate, opera di Cesare Cattaneo realizzata tra il 1935 e il 1937, ospita dal 20 settembre al 26 ottobre 2025 “Architetture olivettiane”, un’esposizione che svela la straordinaria visione di Adriano Olivetti nel campo dell’edilizia residenziale e comunitaria.
L’apertura al pubblico è prevista per sabato 20 settembre alle ore 15, con un evento che segna il terzo appuntamento del progetto di valorizzazione di questo edificio simbolo del Movimento Moderno italiano. La mostra, curata da Daniele Boltri ed Enrico Papa, rappresenta un momento di approfondimento su una figura che ha saputo coniugare imprenditoria illuminata e mecenatismo architettonico.
Un progetto di rinascita culturale
L’iniziativa si inserisce nel più ampio programma di recupero dell’Asilo Garbagnati, coordinato dall’Associazione Cesare Cattaneo ONLUS e dall’Archivio Cattaneo con la collaborazione del Circuito Lombardo Musei Design. Il progetto testimonia come il patrimonio architettonico possa diventare catalizzatore di nuove iniziative culturali, trasformando spazi storici in laboratori di conoscenza e formazione.
La scelta di utilizzare le sale già restaurate dell’asilo per ospitare l’esposizione permette ai visitatori di sperimentare in prima persona la qualità spaziale del Razionalismo italiano, vivendo contemporaneamente l’architettura di Cattaneo e la scoperta delle realizzazioni promosse da Olivetti.
Un imprenditore visionario dell’architettura
Adriano Olivetti emerge dalla mostra come figura poliedrica, capace di utilizzare il successo industriale per promuovere una visione sociale innovativa. La sua attività di mecenate architettonico coinvolse alcuni dei migliori progettisti dell’epoca, dimostrando come l’industria privata potesse diventare motore di innovazione urbana e sociale.
Il percorso espositivo, costruito attraverso fotografie, disegni e documenti d’archivio, racconta quattro realizzazioni emblematiche del territorio di Ivrea, selezionate dal volume “Architetture olivettiane a Ivrea. I luoghi della residenza e i servizi della comunità”. L’opera, realizzata da Daniele Boltri, Giovanni Maggia, Enrico Papa e Pier Paride Vidari, è pubblicata da Archivio Cattaneo Editore con il sostegno dell’Associazione Archivio Storico Olivetti, della Fondazione Adriano Olivetti e di UNESCO.
Quattro progetti per raccontare un’epoca
Il cuore dell’esposizione è costituito dalle realizzazioni di quattro celebri studi di architettura che hanno operato per Olivetti: Figini e Pollini con le case per famiglie numerose, Gabetti e Isola autori della “Talponia”, Ridolfi e Frankl progettisti della scuola materna di Canton Vesco, e Quaroni con De Carlo responsabili della scuola elementare dello stesso quartiere.
L’innovazione sociale delle case operaie
Il programma di edilizia residenziale iniziò nel 1934 quando Adriano Olivetti affidò a Luigi Figini e Gino Pollini lo studio di tipologie abitative innovative per i lavoratori. L’obiettivo dichiarato era “rendere accessibile ad ogni nucleo familiare un’abitazione dai costi contenuti e con alti standard qualitativi”, anticipando concetti che sarebbero diventati centrali nelle politiche abitative europee del dopoguerra.
Le abitazioni, realizzate tra il 1939 e il 1941, furono concepite come primo nucleo di un nuovo quartiere immerso nel verde delle colline eporediesi. Ogni unità abitativa si sviluppava su tre livelli: il piano terreno configurato come ambiente flessibile aperto verso il giardino, utilizzabile come spazio gioco, serra o laboratorio secondo le stagioni e le necessità; il primo piano con soggiorno, cucina e servizi; il secondo piano destinato alla zona notte con tre camere e bagno.
L’innovazione non si limitava alla distribuzione degli spazi ma includeva la dotazione di un orto-giardino per ogni famiglia e, dal 1951, di una piccola autorimessa, anticipando le esigenze di motorizzazione di massa.
La sperimentazione della “Talponia”
Negli anni Settanta, l’internazionalizzazione dell’azienda Olivetti richiese nuove soluzioni per l’ospitalità temporanea di dipendenti e collaboratori stranieri. Roberto Gabetti e Aimaro Isola risposero con un progetto radicale: un edificio di 300 metri a pianta semicircolare, realizzato tra il 1969 e il 1971, che gli abitanti di Ivrea soprannominarono “Talponia” per la sua forma di collina artificiale scavata.
L’innovazione più significativa riguardava la flessibilità degli spazi interni. Come spiegavano gli architetti: “Tutto è pronto così, ma può essere spostato in tantissimi modi, aggiunto, tolto, sostituito, annullato. Lo spazio quasi unico può dividersi – diventare – spostando i mobili, tutto diverso.” Un concetto di abitazione temporanea che anticipava le ricerche contemporanee sulla micro-abitazione e la flessibilità d’uso.
Le scuole come laboratori pedagogici
L’impegno di Olivetti nel campo dell’istruzione si concretizzò in due progetti sperimentali nel quartiere Canton Vesco. La scuola materna, affidata nel 1954 a Mario Ridolfi e Wolfgang Frankl, rappresentò un confronto deliberato con linguaggi architettonici diversi dalla tradizione razionalista olivettiana.
Come osservò Manfredo Tafuri: “Ivrea accoglie opere di architettura come fossero quadri da collezione, mirando ad una qualità sempre meno legata a linguaggi precostituiti.” Il progetto si caratterizzò per l’uso di materiali locali come la diorite, per le soluzioni di controllo solare tramite grigliati lignei disegnati appositamente da Ridolfi, e per l’attenzione artigianale dei dettagli, dalle cancellate in ferro battuto ai lucernari orizzontali.
La scuola elementare di Ludovico Quaroni e Adolfo De Carlo, avviata nel 1955, propose invece un modello pedagogico innovativo tradotto in architettura. Il progetto immaginava la scuola come nuovo fulcro del quartiere, sostituendo la funzione tradizionale della piazza con spazi educativi aperti alla comunità. L’aula comune centrale, affiancata da spazi specializzati e aree per l’insegnamento all’aperto, anticipò molte delle ricerche sull’edilizia scolastica contemporanea. Il riconoscimento arrivò con la presentazione alla XII Triennale di Milano come uno dei migliori esempi italiani del settore.
Strategie di valorizzazione del patrimonio
Il ciclo espositivo dell’Asilo Garbagnati testimonia un approccio innovativo alla valorizzazione del patrimonio architettonico del Novecento. Damiano Cattaneo, presidente dell’Associazione Cesare Cattaneo ONLUS, definisce il progetto come un percorso “che potrà portare lontano”, ispirandosi ai modelli sperimentati dalla prima edizione di “documenta” a Kassel nel 1955.
Le quattro mostre programmate per il 2025 fungono da prototipo per le attività future, dimostrando concretamente le potenzialità culturali dell’edificio. L’obiettivo è attirare l’attenzione di istituzioni pubbliche, istituti bancari e aziende del territorio per costruire una partnership che garantisca il recupero completo e la destinazione culturale permanente dell’asilo.
Il completamento del programma espositivo
La rassegna “Architetture olivettiane” precede l’ultimo appuntamento del 2025: dall’8 novembre all’8 dicembre sarà la volta di “Cesare Cattaneo e il sacro”, dedicata ai progetti ecclesiastici e alla Casa-famiglia per la famiglia cristiana del 1942. Il ciclo completa così un percorso che ha già presentato “L’Asilo Garbagnati” (15 marzo – 4 maggio) e “Lo spazio armonico e la fontana di Camerlata” (17 maggio – 29 giugno).
Un dialogo tra architetture d’autore
L’esposizione crea un dialogo suggestivo tra l’architettura che la ospita e quelle che racconta. L’Asilo Garbagnati e le realizzazioni olivettiane appartengono alla stessa stagione del Movimento Moderno italiano, condividendo la ricerca di un linguaggio architettonico capace di rispondere alle trasformazioni sociali del Novecento.
Entrambe le esperienze dimostrano come l’architettura italiana abbia saputo interpretare la modernità europea attraverso una sensibilità specifica per i materiali, il paesaggio e le tradizioni costruttive locali. La mostra permette di apprezzare questa ricchezza di approcci all’interno di una comune ricerca di qualità e innovazione.
L’eredità del Movimento Moderno
L’iniziativa di Cermenate contribuisce alla riscoperta del patrimonio architettonico del Novecento italiano, spesso trascurato nelle politiche di tutela rispetto alle architetture storiche più antiche. La valorizzazione dell’Asilo Garbagnati e la narrazione delle esperienze olivettiane dimostrano l’attualità di queste ricerche per le sfide contemporanee dell’abitare, dell’educazione e della sostenibilità urbana.
Modalità di fruizione e accessibilità
L’esposizione “Architetture olivettiane” è accessibile presso l’Asilo Garbagnati in Via G. Negrini 9 a Cermenate (CO) durante i weekend, sabato e domenica dalle 14:30 alle 18:30, dal 20 settembre al 26 ottobre 2025. L’ingresso è gratuito, coerentemente con l’obiettivo di massima accessibilità culturale.
Per informazioni: archiviocattaneo@libero.it.
Un’opportunità per comprendere come l’architettura del Novecento abbia saputo coniugare ricerca estetica e impegno sociale, scoprendo al contempo un patrimonio di idee e realizzazioni che continua a offrire spunti per le sfide contemporanee dell’abitare e del costruire. La mostra dimostra come la cultura architettonica possa diventare strumento di conoscenza del territorio e delle sue trasformazioni, contribuendo alla costruzione di una coscienza critica verso la qualità dell’ambiente costruito.
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